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mercoledì 24 febbraio 2016

IL POLITICO

Don Raffaele, noto politico locale, nonché instancabile benefattore, riceve i suoi clienti nello studio al primo piano del palazzo di famiglia. Entra il primo cliente, una madre disperata e supplicante:
"Don Raffaè, voi dovete sistemare mio figlio. Quello, il disgraziato, non ha ne arte ne parte. Dorme fino a mezzogiorno e non ha nessuna intenzione di sistemarsi ed andarsene di casa. Io e suo padre siamo stanchi. Per favore, dateci una mano!"
"Avete detto che non ha ne arte ne parte?" interrompe Don Raffaele. "Vediamo un po', ecco, gli trovo un posto da bidello. Li non fa un cazzo tutto il giorno, ma comunque prende uno stipendio, che è l'unica cosa che conta. Uno stipendio sicuro, vita natural durante; malattia, assegni familiari, prestiti agevolati, aspettative, distacchi sindacali. Tutto fuorché la fatica signora mia"
"Grazie Don Raffaè, ve ne saremo grati tutta la via. Siete un santo."
"L'importante è che ve ne ricorderete quando sarete nella cabina elettorale. Li, io non vi vedo, ma Dio si"

Entra il secondo cliente, Un uomo modesto e dall'aspetto supplicante.
"Buongiorno Don Raffaele. Voi sapete che io e la mia famiglia siamo e resteremo sempre vostri servi devoti. Oggi, purtroppo, debbo chiedervi un favore, un grande favore che a voi non costa nulla ma che può cambiare la vita di un giovane sfortunato: mio figlio."
"Oh Madonna del Carmine, e qual è questa sfortuna che ha colpito quel bravo giovine di vostro figlio"
"Vedete, Don Raffaè, mio figlio non ha voglia di fare un cazzo. Gli ho trovato tanti lavori, ma ogni volta ha durato pochi giorni. Un lavoro era sporco, un altro era faticoso, un altro ancora si lavorava di Domenica, e poi il padrone era scorbutico, oppure i clienti non lo rispettavano. Ogni volta un pretesto per farsi licenziare. Don Raffaè, siamo disperati."
"E ditemi" intervenne Don Raffaele. "Vostro figlio ha qualche titolo?"
"Veramente ha un diploma di ragioniere"
"Beh, almeno ha avuto la buona volontà di studiare:"
"Macchè, quello, mio figlio, non ha combinato niente neanche a scuola. Il diplomo glielo abbiamo comprato. Conoscete quelle scuole dove paghi e ti danno il diploma? Seimila euro ci è costato, seimila euro che avevamo messo da parte con grandi sacrifici per comprare un posto al campo santo. Quello, Don Raffaè, non si può mai sapere. E allora è meglio che uno sia sempre preparato, siete d'accordo?"
Don Raffaele, dopo essersi grattato con discrezione dove tutti immaginiamo, inizia a pensare:
"Ho trovato. Vostro figlio lo mandiamo in Finanza. E' la carriera ideale per i fancazzisti cronici che si credono di possedere qualità di cui sono del tutto privi. E mi sembra che vostro figlio, di qualità, non ne ha alcuna."
"Don Raffaè, vi debbono fare santo subito. Non capisco come possano in tanti parlare male di voi, che non fate che del bene. Permettetevi di baciarvi le mani."
"Comodo, non è il caso. L'importante è che ve ne ricordiate al momento giusto: capite a me:"

Entra il terzo cliente, un uomo dall'aspetto distinto, di buona famiglia.
"Don Raffaele, vi porgo i miei ossequi. Mi spiace importunarvi, sapendo che siete sempre tanto impegnato a fare il bene degli altri. Se sono qui è perché anche io, questa volta, ho bisogno della vostra sacra intercessione."
"Professore carissimo, ditemi pure." Disse Don Raffaele "Conosco da sempre voi e la vostra famiglia, e so che siete sempre stati dalla mia parte e mi avete sempre sostenuto nei momenti importanti. Ditemi pure."
"Vedete, caro onorevole, io ho un figlio che mi sta dando tante preoccupazioni. Si è laureato in legge per il rotto della cuffia. Ci ha messo 12 anni, capisce? Dodici anni. Benchè sia mio figlio debbo riconoscere che era ed è rimasto un caprone, nonostante la laurea. Ma la cosa che davvero mi preoccupa è che si accompagna a persone poco raccomandabili. Gente avvezza alle piccole e grandi truffe, agli intrallazzi, al guadagno facile, sempre al limite della legalità. Lui, mio figlio, rìtiene che solo i fessi lavorino, e che esistono tanti sistemi per fare soldi, alla faccia degli ingenui."
"Beh!" Interviene l'onorevole "Una bella testa calda"
"Ho paura, onorevole" Riprende il professore. "Ho paura che prima o poi finirà in galera, portando disonore a tutta la famiglia"
"Non si preoccupi, professore. Vediamo un po': ha una laurea, è un caprone e crede di essere un genio, è avvezzo all'intrigo, ha poche remore morali. Credo che l'ideale sarebbe un bel posto come dirigente nella pubblica amministrazione. Vada pure tranquillo, professore, ci penso io."
"Sapevo di poter contare sulla sua benevolenza, esimio onorevole. In qualunque occasione disponga pure di me e di tutta la mia famiglia."

Entra il quarto cliente.
"Buon giorno onorevole. Mi hanno parlato a lungo della sua disponibilità nel risolvere i problemi della gente. Sono qui per chiederle di aiutarmi."
"Mi dica pure. Di cosa si occupa e cosa le occorre?"
"Sono un fabbro, e, scusate la modestia, sono anche bravo. Lavoro da quando avevo quattordici  anni, e guadagno abbastanza. Il fatto è che sono stanco. Gli anni passano e vorrei un lavoro meno faticoso. I miei figli sono autonomi, e mi basterebbe un semplice stipendio per vivere serenamente.
"Vede caro amico" risponde l'onorevole "Lei non si rende conto di quanto è fortunato. Sa fare qualcosa, la sa fare bene ed è anche abituato a lavorare sodo. Il suo è un atteggiamento egoistico."
"Egoistico?"
"Si, egoistico. Se io le dessi un posto, sarebbe un posto in meno a disposizione di qualcun altro, magari un fannullone nullafacente e sfaticato. Mentre lei è capace di guadagnarsi la pagnotta, questo mondo è pieno di incapaci ai quali, noi politici, abbiamo il dovere di provvedere. Se non dessimo loro un posto, come farebbero a sopravvivere? Ci pensi, e si meta la mano sulla coscienza."
"Onorevole, la mano sulla coscienza se la dovrebbe mettere lei. Comunque non conti sul mio voto e su quello della mia famiglia"
"Caro mio, lei non si rende conto che nella democrazia contano i numeri. La quantità e non la qualità. I nullafacenti, gli ignoranti, gli sfaticati, gli incapaci, sono tanti, ma proprio tanti. E' il loro voto che fa vincere le elezioni, e non quello di un imprenditore, o di un intellettuale o di un onesto lavoratore. Cerchi quindi di capire, e si metta l'anima in pace."

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