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domenica 28 febbraio 2016

VENDESI ATTIVITA'

Come ogni giorno Filippo si accinge al rito quotidiano della colazione: caffè e cornetto. Proprio di fronte al bar a cui sta per accedere, all'altro lato della strada, c'è Nicola, fruttivendolo abusivo.
Filippo è un cliente saltuario di Nicola, si salutano sempre e, di tanto in tanto, si fanno una bella chiacchierata. Quella mattina Filippo nota una cosa insolita: un grande cartello con la scritta "vendesi attività" poggiato ai piedi della bancarella di Nicola.

Così, appena dopo aver consumato la colazione, Filippo si avvicina a Nicola:
"Nicò, che fai, vendi la ditta?"
"Si, mi sono stancato. Ho in mente un'attività con un grande futuro" Risponde Nicola.
"Vabbè, ma in sostanza, che cosa vendi?" Chiede sarcastico Filippo.
"Vendo l'attività. Cosa credi, ho il mio giro d'affari e la mia clientela. E poi, devi sapere, con il tempo mi sono fatto un nome: frutta buona e prezzo basso. Tutta roba a chilometro zero, raccolta fresca fresca nelle campagne della zona."
"Nicò, mo non esageriamo. Raccolta, forse, è un eufemismo, un eccesso, una metafora. Sarebbe più giusto dire "fregata"
"Filì, comprata o fregata sempre raccolta è. Io giro i campi della zona, li perlustro personalmente, controllo la qualità dei prodotti, e se mi convince "raccolgo" quel che mi occorre per la giornata. Non esagero mai. Raccolgo un po' di roba da una parte, un po' da un'altra parte, così che nessuno rimane troppo scontento. E così offro ai miei clienti sempre roba fresca e biologica."
"Dovrebbero darti un premio" interrompe Filippo con una certa ironia.
"Certamente, caro mio. Io, in un certo senso, sono un benefattore dell'umanità"
"Vabbò, mo è arrivata madre Teresa di Calcutta. E dimmi, quanto vuoi per la tua azienda?"
"Cinquemila euro più iva, trattabili. Il prezzo include la bancarella, l'automezzo, la clientela, il nome, ed il posto"
"Esaggerato! Tutto sta ben di Dio per sole 5000 euro?"
"Ma tu stamattina mi vuoi sfottere? Ti sembrano tante? Ma sai quanto costa oggi un posto di lavoro?"
"Nicò, un posto di lavoro non è 'na bancarella fatta con 4 cassette sfasciate, una macchina che non prenderebbe nessuno neppure gratis e un posto occupato abusivamente, E poi, fammi capire una cosa: se sei un abusivo, a quale titolo chiedi l'iva?"
"E' la legge che lo impone. Non la ho mica inventata io l'iva."
"Ma tu, caro Nicola, non puoi emettere fattura, e quindi non puoi riscuotere l'iva."
"E cosa centra la fattura" risponde Nicola "l'iva, fattura o non fattura, va sempre pagata: E' la legge che lo dice"
"Senti Nicò, che tu, abusivo totale, mariuolo dichiarato, protestato, insolvente cronico, che non hai mai pagato un cazzo a nessuno, vieni a parlare di legge, mi pare oltraggioso. Giusto per capirci: ma la macchina ha l'assicurazione?"
"Si!!! Mo vedi che mi metto a pagare l'assicurazione alla macchina. Ma mi prendi proprio per fesso? E poi, nessuna compagnia mi assicurerebbe. Ho fatto troppi incidenti, troppe denunce, troppe truffe. Quelli, le assicurazioni, si passano le informazioni tra di loro, ed appena sentono il mio nome gli vengono i crampi allo stomaco. E poi la macchina non potrebbe neanche circolare. Non ha ne revisione, ne passaggio di proprietà, ne libretto di circolazione. Ha appena le targhe, e non so neanche se sono vere."
"Andiamo bene!" dice Filippo " ma uno cosa se ne fa di quel cesso di macchina?"
"Ma per girare per le campagne va benissimo. E poi, se qualche contadino non è proprio contento di vedere che gli porti via la roba che ha coltivato, e si avvicina con cattive intenzioni, puoi sempre scappare lasciando la macchina al suo destino. E' la new economy, caro mio."
"Beh, nicò, cosa posso dirti: speriamo che riesci a vendere l'attività. Statti bene e buona fortuna."

mercoledì 24 febbraio 2016

SOPRA E SOTTO

Il commissario Gargiulo controlla svogliatamente alcuni documenti, quando sente bussare  alla porta.
L'appuntato Casabella, senza attendere alcun cenno, si affaccia nella stanza del commissario e gli annuncia che tale Salvatore Scorfano desidera parlargli.
"fatelo accomodare" ordina il commissario.
Salvatore Scorfano, con la dovuta reverenza, chiede permesso e si avvicina alla scrivania del commissario.
" sedetevi e ditemi, come avete detto di chiamarvi?
"Scorfano Salvatore fu Gennaro, signor Commissario"
"Professione?"
"veramente non professo niente, signor commissario, come posso dire... mi arrangio. Oggi riesco ad abbuscare la giornata in un modo, domani in un altro, e dopodomani magari rimango asciutto asciutto."
"ho capito. E a cosa devo la vostra visita?" 
"vedete commissario, come ogni mattina faccio la mia capatita  da Gennarino, il bar dietro al Carmine. Gennarino, il figlio del bottaio che sposò lucia detta la pazza per via di una sua zia che non ci stava tanto con la testa..
"Signor Scorfano" lo interruppe spazientito il commissario," della genealogia di Gennarino non me ne fotte niente. Cercate di essere breve"
"senz'altro, commissario. Beh, Gennarino nel suo bar ha messo un bel televisore, e lo tiene acceso a tutte le ore. E così, tra un caffè ed una chiacchiera capita di ascoltare qualche notizia interessante. Stamattina ho sentito una cosa che mi ha sconvolto, e mi è sembrata così incredibile che ho dovuto chiedere agli altri avventori del bar se avessi capito bene. Ed in effetti, signor commissario, avevo capito veramente bene."
"E cos'è che vi ha tanto sconvolto, signor Scorfano?"
"Ho sentito, commissario, e Dio mi è testimone, che ogni carcerato costa allo stato la bella somma di centocinquanta euro al giorno. Centocinquanta euro al giorno, una cosa incredibile."
" E cosa c'è di tanto incredibile. Un detenuto costa tanto, un vero peso per la collettività. Ad ogni modo, cosa c'azzecca questo con la vostra visita?"
"Oggi, signor commissario, è una di quelle giornate che non si abbusca niente. E così ho avuto il tempo di pensare, e pensa e ripensa non sono riuscito a capacitarmi. Vedete commissario, io ho moglie e tre figli, ed in qualche modo debbo portare il pane a casa. Uno si arrangia e tira a campare. Ma capita che per un periodo non si riesce ad arrangiare niente, ed allora uno che deve fare? Chiede aiuto alla famiglia ed agli amici. Ma un disgraziato, quasi sempre ha parenti ed amici più disgraziati di lui, e quindi non può sperare in nessun aiuto. Allora, preso dallo sconforto e dalla disperazione va a rubare"
"Ed io lo arresto" interviene il commissario "lo schiaffo dentro, così impara che non si ruba"
"E fate bene, commissario, fate il vostro dovere. Però vedete, un disgraziato, accecato dalla disperazione, gli cala lo scurdo davanti agli occhi, e non ragiona più. E così finisce carcerato, e lascia la famiglia nella totale disperazione. Che succede ai figli, senza più un tozzo di pane o un paio di scarpe?"
"Interviene lo stato, caro Scorfano, con i servizi sociali. I bambini vengono mandati in un istituto, lavati, nutriti ed istruiti."
"E questo, signor commissario, quanto costa? Ho sentito dire che un bambino affidato ad un istituto costa oltre 100 euro al giorno"
"di più Scorfano, di più"
"E allora commissario, io sono ignorante, ma ci sono conti molto elementari che non servono le scuole alte. Un carcerato costa 150 euro al giorno, più 100 euro al giorno per ogni figlio. Io ho tre figli, per cui se finissi carcerato costerei allo stato 450 euro al giorno"
"Scorfano, dove volete arrivare?"
"Volevo solo fare una proposta conveniente per tutti.  Se sono disperato vado a rubare"
"Ed io vi arresto"
"E voi mi arrestate. E così vi costerei 450 euro al giorno ed i miei figli, crescendo senza un padre, diventerebbero dei delinquenti. Se invece mi date 30 euro al giorno io non andrei a rubare, i miei figli resterebbero con la madre, e lo stato risparmierebbe 420 euro al giorno. Un vero affare, commissario. Ma io non voglio l'elemosina, sia chiaro. Se lo stato mi da 30 euro al giorno io lavoro per lui, così quei soldi sarebbero guadagnati. Farei qualunque lavoro, anche il più umile, purchè onesto."
"Sorfano, non so se mi state prendendo per il culo perché ciò la faccia da fesso. Dovrei sbattervi fuori a calci in culo, ma voi, in fondo, avete ragione. Il vostro discorso è logico, e non fa una piega. Ma il mondo, caro Scorfano, non è logico. Il mondo è così com'è, e c'è chi sta sopra e chi sta sotto. Adesso voi state sotto ed io sto sopra. Magari un giorno sarà il contrario. Ma nel frattempo, Scorfano, cercate di rigare dritto, altrimenti logico o meno, debbo sbattervi in galera."
"Ho capito, commissario. Chi domanda non fa errore, ed io ho domandato, semplicemente. Vuol dire che continuerò ad arrangiarmi senza illudermi che un giorno le cose cambieranno. Quando si nasce, commissario, il nostro destino è segnato. E se nasci sotto, sotto rimani."

IL PROFESSORE

Il ragionier Lavacca  guarda con curiosità un banchetto all'angolo della strada dietro al quale un signore in papillon, tale Ubaldo Sequestri, aspetta i suoi clienti.
Davanti al banchetto una scritta recita: professor Sequestri, consulenze e consigli, euro cinque.

Appena un nuovo cliente si accomoda di fronte al professore, il ragionier Lavacca,  con aria indifferente, si avvicina al banchetto quanto basta per ascoltare la conversazione che sta per iniziare.

"Chiedete pure" inizia il professore.
"Professò, io volevo sapere come devo comportarmi riguardo un sottano che vorrei comprare."
"quanti metri sono? Dove si trova e quanto vi hanno chiesto?"
"Sono quaranta metri a metà di via Palmento, e vogliono 20 mila euro"
"Dovete comprare senza esitazione. Quella è una zona che avrà un grande sviluppo, ed il vostro investimento varrà il doppio"
"Vi ringrazio, professò. Ecco le vostre cinque euro e buona giornata."

Il cliente paga, saluta e si allontana. Il ragionier Lavacca, vinto dalla curiosità, si avvicina al cliente  e chiede:
"Signore, scusate la sfacciataggine, ma la curiosità è più forte di me. Ma questo professor Sequestri è davvero così bravo, ci azzecca sempre?"
"Veramente signore è notorio che il professor Sequestri non ci azzecca mai"
"Ma se non ci azzecca, come mai la gente paga per avere i suoi consigli?"
"Vedete, quando dico che il professor Sequestri non ci azzecca mai, vogli dire che non ci azzecca davvero mai. Si tratta di una certezza assoluta, certa come la morte."
"Ma se non ci azzecca mai, come mai la gente paga i suoi consigli?"
"Proprio perché la certezza scientifica del fatto che non ci azzecca garantisce che le cose andranno esattamente al contrario di quanto predetto dal professore. Per cui forse non si sa con certezza cosa dover fare, ma si sa, senza tema di smentita, cosa non si deve fare, e questo è un immenso vantaggio"

IL POLITICO

Don Raffaele, noto politico locale, nonché instancabile benefattore, riceve i suoi clienti nello studio al primo piano del palazzo di famiglia. Entra il primo cliente, una madre disperata e supplicante:
"Don Raffaè, voi dovete sistemare mio figlio. Quello, il disgraziato, non ha ne arte ne parte. Dorme fino a mezzogiorno e non ha nessuna intenzione di sistemarsi ed andarsene di casa. Io e suo padre siamo stanchi. Per favore, dateci una mano!"
"Avete detto che non ha ne arte ne parte?" interrompe Don Raffaele. "Vediamo un po', ecco, gli trovo un posto da bidello. Li non fa un cazzo tutto il giorno, ma comunque prende uno stipendio, che è l'unica cosa che conta. Uno stipendio sicuro, vita natural durante; malattia, assegni familiari, prestiti agevolati, aspettative, distacchi sindacali. Tutto fuorché la fatica signora mia"
"Grazie Don Raffaè, ve ne saremo grati tutta la via. Siete un santo."
"L'importante è che ve ne ricorderete quando sarete nella cabina elettorale. Li, io non vi vedo, ma Dio si"

Entra il secondo cliente, Un uomo modesto e dall'aspetto supplicante.
"Buongiorno Don Raffaele. Voi sapete che io e la mia famiglia siamo e resteremo sempre vostri servi devoti. Oggi, purtroppo, debbo chiedervi un favore, un grande favore che a voi non costa nulla ma che può cambiare la vita di un giovane sfortunato: mio figlio."
"Oh Madonna del Carmine, e qual è questa sfortuna che ha colpito quel bravo giovine di vostro figlio"
"Vedete, Don Raffaè, mio figlio non ha voglia di fare un cazzo. Gli ho trovato tanti lavori, ma ogni volta ha durato pochi giorni. Un lavoro era sporco, un altro era faticoso, un altro ancora si lavorava di Domenica, e poi il padrone era scorbutico, oppure i clienti non lo rispettavano. Ogni volta un pretesto per farsi licenziare. Don Raffaè, siamo disperati."
"E ditemi" intervenne Don Raffaele. "Vostro figlio ha qualche titolo?"
"Veramente ha un diploma di ragioniere"
"Beh, almeno ha avuto la buona volontà di studiare:"
"Macchè, quello, mio figlio, non ha combinato niente neanche a scuola. Il diplomo glielo abbiamo comprato. Conoscete quelle scuole dove paghi e ti danno il diploma? Seimila euro ci è costato, seimila euro che avevamo messo da parte con grandi sacrifici per comprare un posto al campo santo. Quello, Don Raffaè, non si può mai sapere. E allora è meglio che uno sia sempre preparato, siete d'accordo?"
Don Raffaele, dopo essersi grattato con discrezione dove tutti immaginiamo, inizia a pensare:
"Ho trovato. Vostro figlio lo mandiamo in Finanza. E' la carriera ideale per i fancazzisti cronici che si credono di possedere qualità di cui sono del tutto privi. E mi sembra che vostro figlio, di qualità, non ne ha alcuna."
"Don Raffaè, vi debbono fare santo subito. Non capisco come possano in tanti parlare male di voi, che non fate che del bene. Permettetevi di baciarvi le mani."
"Comodo, non è il caso. L'importante è che ve ne ricordiate al momento giusto: capite a me:"

Entra il terzo cliente, un uomo dall'aspetto distinto, di buona famiglia.
"Don Raffaele, vi porgo i miei ossequi. Mi spiace importunarvi, sapendo che siete sempre tanto impegnato a fare il bene degli altri. Se sono qui è perché anche io, questa volta, ho bisogno della vostra sacra intercessione."
"Professore carissimo, ditemi pure." Disse Don Raffaele "Conosco da sempre voi e la vostra famiglia, e so che siete sempre stati dalla mia parte e mi avete sempre sostenuto nei momenti importanti. Ditemi pure."
"Vedete, caro onorevole, io ho un figlio che mi sta dando tante preoccupazioni. Si è laureato in legge per il rotto della cuffia. Ci ha messo 12 anni, capisce? Dodici anni. Benchè sia mio figlio debbo riconoscere che era ed è rimasto un caprone, nonostante la laurea. Ma la cosa che davvero mi preoccupa è che si accompagna a persone poco raccomandabili. Gente avvezza alle piccole e grandi truffe, agli intrallazzi, al guadagno facile, sempre al limite della legalità. Lui, mio figlio, rìtiene che solo i fessi lavorino, e che esistono tanti sistemi per fare soldi, alla faccia degli ingenui."
"Beh!" Interviene l'onorevole "Una bella testa calda"
"Ho paura, onorevole" Riprende il professore. "Ho paura che prima o poi finirà in galera, portando disonore a tutta la famiglia"
"Non si preoccupi, professore. Vediamo un po': ha una laurea, è un caprone e crede di essere un genio, è avvezzo all'intrigo, ha poche remore morali. Credo che l'ideale sarebbe un bel posto come dirigente nella pubblica amministrazione. Vada pure tranquillo, professore, ci penso io."
"Sapevo di poter contare sulla sua benevolenza, esimio onorevole. In qualunque occasione disponga pure di me e di tutta la mia famiglia."

Entra il quarto cliente.
"Buon giorno onorevole. Mi hanno parlato a lungo della sua disponibilità nel risolvere i problemi della gente. Sono qui per chiederle di aiutarmi."
"Mi dica pure. Di cosa si occupa e cosa le occorre?"
"Sono un fabbro, e, scusate la modestia, sono anche bravo. Lavoro da quando avevo quattordici  anni, e guadagno abbastanza. Il fatto è che sono stanco. Gli anni passano e vorrei un lavoro meno faticoso. I miei figli sono autonomi, e mi basterebbe un semplice stipendio per vivere serenamente.
"Vede caro amico" risponde l'onorevole "Lei non si rende conto di quanto è fortunato. Sa fare qualcosa, la sa fare bene ed è anche abituato a lavorare sodo. Il suo è un atteggiamento egoistico."
"Egoistico?"
"Si, egoistico. Se io le dessi un posto, sarebbe un posto in meno a disposizione di qualcun altro, magari un fannullone nullafacente e sfaticato. Mentre lei è capace di guadagnarsi la pagnotta, questo mondo è pieno di incapaci ai quali, noi politici, abbiamo il dovere di provvedere. Se non dessimo loro un posto, come farebbero a sopravvivere? Ci pensi, e si meta la mano sulla coscienza."
"Onorevole, la mano sulla coscienza se la dovrebbe mettere lei. Comunque non conti sul mio voto e su quello della mia famiglia"
"Caro mio, lei non si rende conto che nella democrazia contano i numeri. La quantità e non la qualità. I nullafacenti, gli ignoranti, gli sfaticati, gli incapaci, sono tanti, ma proprio tanti. E' il loro voto che fa vincere le elezioni, e non quello di un imprenditore, o di un intellettuale o di un onesto lavoratore. Cerchi quindi di capire, e si metta l'anima in pace."

venerdì 29 gennaio 2016

Tavolino metafisico ispirato a De Chirico con le sue piazze d'Italia. 2015



Mobile contenitore prugna 126 x 152  2015

Mobile scultura con sovrastante planetario in ferro ossidato. 2015

Mobile 90 x 120 con ante polimateriche. 2014

 
Mobili 60 x 170 con ante polimateriche. 205
 
Mobile decostruttivista in acero, palissandro e bois de rose.




 
 
 
 
Pannello su misura NCD56
 

 
 
Pannello su misura NCD57


 
 
Pannello su misura NCD58
 

 
 
Pannello su misura NCD59


 
 
Pannello NCD60



 
 
Pannello NCD61
 


 
 
Pannello NCD62

 
 
 
Pannello NCD45
 
 
Pannello NCD46
 

 
Pannello NCD47

 
Pannello NCD49

 
 
Pannello NCD52



 
Panello NCD53


 
Pannello CD54
 
 

 
Pannello NCD55
 


 
 
Pannello NCD51 misura a scelta
 
 
 
Pannello CD50 misura a scelta


domenica 24 gennaio 2016

 
 
 
 
Pannello 80 x 120          NCD27
 

 
 
Pannello 80 x 120          NCD28


 
 
Pannello 80 x 120          NCD29
 
 

 
 
Pannello 70 x 140          NCD30
 

 
 
Pannello 70 x 140         NCD31
 

 
 
Pannello 70 x 140          NCD32
 

 
 
Pannello 70 x 140         NCD33



 
 
Pannello 70 x 140          NCD34


 
 
Pannello 70 x 140          NCD35


sabato 23 gennaio 2016

Serie di pannelli POP ART     misure a richiesta
 
 
NCD36

 
NCD38


 
NCD39
 


 
NCD40
 
 



NCD41
 

 
NCD42

 
NCD43

 
NCD44

 
NCD48

 
Libreria in lamellare d'abete decapato bianco. 60 x 35 x 170
 
Accesso per i libri sui due lati, fronte con decoro a  scelta.
 
2016


 
 
Stipetto con scultura. Anta polimaterica, cassone in multistrato, scultura superiore.
 
44 X 50 x 140
 
2016